Storia
La Biblioteca abbaziale di San Gallo trae origine dalla biblioteca medievale del monastero, a sua volta sviluppatasi dall’eremitaggio fondato da Gallo nel 612.
I libri svolgevano un ruolo importante già ai tempi di Gallo, il missionario ed eremita irlandese che fondò l’insediamento nel 612. La comunità dei monaci iniziò ad ampliare consapevolmente la collezione con la creazione dello scriptorium, attestato dalla metà dell’VIII secolo. La stretta connessione tra l’officina scrittoria e la biblioteca è testimoniata anche nella pianta carolingia di San Gallo, risalente all’820 circa. La collezione di manoscritti diventò successivamente la base per il lavoro di eccezionali artisti e dotti, da Notkero Balbulo, che fu anche bibliotecario, a Ekkeardo IV, probabilmente colui che la sfruttò maggiormente. Era conservata nella cosiddetta Torre di Hartmut, dove sfidò dal X al XVI secolo tutti i pericoli e i diversi incendi che coinvolsero la città e il monastero. La fortuna l’aiutò a superare indenne anche i turbamenti della Riforma protestante.
Nel 1553 fu eretto nell’ala occidentale del monastero un edificio appositamente dedicato alla biblioteca, che fu sostituito nel 1767 dall’attuale sala barocca, considerata una tra le più belle sale bibliotecarie a livello mondiale. Grazie alla lungimiranza dei bibliotecari al tempo della soppressione del principato abbaziale, tra il 1797 e il 1805, le raccolte della biblioteca ci sono pervenute indenni.
Da allora la biblioteca è proprietà della comunità cattolica del Canton San Gallo, che la gestisce e sviluppa come istituzione scientifica di fama mondiale. In quanto fulcro del complesso abbaziale di San Gallo, iscritto nella lista del Patrimonio mondiale, la biblioteca è oggi il monumento più importante della Svizzera orientale.